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Per la costruzione di un
31 Mag

Per la costruzione di un’utopia

by Omega Benessere / 0 Comment

Tabarca è Il sogno di una  vita libera da tutte le dipendenze,  e’ l’isoletta spagnola  dove sbarcarono un centinaio di italiani. Questi italiani genovesi riuscirono col tempo a colonizzarla e viverci autonomamente. Si integrarono con le comunità limitrofe della terra ferma ma rimanendo sino ad oggi i discendenti di quella stirpe. I Tabarchini veramente costruirono un utopia, come e’ scritto nel museo di Tabarca.

Oggi viviamo per lo piu’ in case, che ci costano tanti soldi per l’energia e tanti costi ambientali.Viviamo in citta’ dove prendiamo il caffe’ vicino strade invase dallo smog,dove le industrie,i trasporti e tutte le attivita’ che svolgiamo,hanno un costo ambientale,oltre che economico.Ma facciamo tutti finta di non vedere,come se non dipendesse da ognuno di noi.Sembra come se fossimo impotenti,di fronte alla volonta’ dominante,di una cultura che a nostro avviso,e per una minoranza crescente nel mondo,si puo’ cambiare.

Ed ivece noi vogliamo unirci a quella parte del mondo, che lotta per cambiare un modello di sviluppo ed uno stile di vita,che abbiamo riconosciuto come causativo dell’inquinamento,della sofferenza nel mondo,la fame,le guerre,fenomeni antisociali e mutamenti climatici,con prospettive spaventose di apocalissi distruttive dell’umanita’.

Noi non vogliamo cedere ai responsabili di questo disastro ambientale internazionale,dove per ambientale consideriamo il bilancio globale del pianeta.Dove dal protocollo di Kyoto in poi,si e’ preso coscienza delle conseguenze delle emissioni di Co2 in atmosfera.I fenomeni conseguenti dell’effetto serra e del buco dell’ozono,con innalzamenti delle temperature e fenomeni di cambiamenti climatici,con le stragi che conseguono ad interventi anche elementari dell’uomo sulla natura.Come ad esempio la costruzione di abitazioni e strade in posizioni geografiche assolutamente contro natura,la quale natura poi ci ripaga con fenomeni climatici come alluvioni etc.

Noi dipendiamo dalle bollette, che per la maggiorparte ci fanno pure inquinare l’ambiente, che viviamo. E siamo proprio schiavi di un sistema,perche’ volenti o nolenti,dobbiamo trovare pure i soldi per pagare le bollette,mangiare e per tutti i consumi che facciamo. Per la stragrande maggioranza i consumi sono espressione di uno spreco inutile,a partire proprio di quel 40% di cibo buttato ogni giorno.E facciamo una vita stressante,siamo pieni di malattie e nevrosi e complessi dolorosi. Ma tutto sommato i problemi di cui ci lamentiamo sono banali,se paragonati all’immagine, che rappresenta quel bambino immigrato,fotografato morto sulla riva del mare.

Al di la dei luoghi comuni sui fenomeni ambientali e sociali,che hanno generato questo modello di sviluppo,orientato al consumo infinito,consumando invece la maggior parte delle risorse naturali,che sono finite.Noi vogliamo imparare, ed insegnare che l’energia e’ un diritto,e precisamente oggi si deve dire, che energia uguale libertà. Un uomo che deve fare qualcosa a tutti i costi, per pagare le bollette,non e’ un uomo libero.

Noi l’energia la possiamo produrre dai rifiuti e dalle risorse naturali piu’ elementari. Oggi ci sono tecnologie disponibili,che consentono,di riciclare pure gli escrementi degli animali, per non dire tutti i rifiuti organici, ed i sottoprodotti dell’agricoltura. Ed e’ ipotizzabile progettare villaggi ed industrie intere,alimentandole con i rifiuti che vengono sprecati. Si tratta di cambiare completamente prospettiva ed entrare nella logica che nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma. I rifiuti sono una invenzione dell’uomo industrializzato,che ha voluto o ha creduto,di poter dominare la natura.

In una ipotetica casa modello, che stiamo progettando, all’intermo di una cooperativa agro-industriale, l’energia per avere la luce, il fuoco, l’acqua calda la deve auto produrre, scegliendo la tecnologia piu’ efficiente tra sole, vento, terra, biomasse etc

Proprio il concetto di micro auto produzione di energia deve essere alla base della costruzione di questa utopia,che si realizza sempre piu’,con un piccolo esercito di uomini.Donne e uomini che con le famiglie, lasciano anche lavori sicuri,per ricominciare dalla terra e dalla natura.

Sicuramente le case delle nostre citta’ ideali sono costruite con materiali naturali,dalle paglie al legno e la canapa.E sfruttando tutte le tecniche conosciute millenni addietro dagli uomini,sull’isolamento termico per trattenere energia piu’ a lungo possibile.Ottimizzando le potenzialita’ che si trovano nell’integrarsi il piu’ possibile con l’ambiente circostante.

Non vogliamo piu’ industrie petrol-chimiche e altro,e non vogliamo auto alimentate dalle benzine,ma vogliamo le auto,e trasporti in generale sempre piu’ ecologici.Non vogliamo allevamenti intensivi,pesticidi,alimentazione e medicina chimica,rifiuti sprecati.Vogliamo rispettare la natura.

Il nostro cibo deve essere rivoluzionato, perchè siamo quello che mangiamo,e non possiamo piu’ fingere di non sapere.Cosi’ come non possiamo piu’ fingere di non sapere come l’industria dell’alimentazione alla pari di tante altre,contribuisca ad inquinare il pianeta,che non puo’ piu’ sostenere questo ritmo.

Noi vogliamo tornare a vivere nelle campagne,con modelli di villaggi smart.Eco villaggi in cui tutti i nuovi principi della green economy e della decrescita felice, si attuino con formule di autosufficienza.

Ogni individuo dovrebbe essere libero di lavorare, e non costretto con l’angoscia di una vita frustrante,per l’ansia di non poter pagare le bollette, e dare da mangiare alla famiglia.

Noi invece vogliamo tornare a vivere in campagna, perche’ dalla terra sicuramente possiamo avere da mangiare,seminando quante piu’ specie di frutta,verdura ed ortaggi,oltre ad avere gli animali,come da secoli avveniva fino all’industrializzazione.

Per chi conosce le idee della decrescita felice e’ facile capire,mentre per chi rimane confuso da queste idee,bisogna ripartire dal ricordare la brevita’ della vita,ed il tempo che perdiamo a rincorrere tanti desideri, che realmente sono inutili,ma fanno solo togliere del tempo,agli affetti,alla felicita’,alla propria vera esistenza.

Nel nostro eco villaggio ideale i soci di una cooperativa improntata sulla condivisione,avranno tutti un ruolo nella filiera agro-industriale che avremo scelto.In questo caso sulla canapa industriale.Infatti oltre agli orti,avremo le nostre belle coltivazioni di canapa industriale,che saranno lavorate dal nostro impianto di spremitura a freddo,per essere direttamente commercializzate da noi stessi.

Ma ci dedicheremo all’autosufficienza in tutti i bisogni fondamentali,dalla salute,alla cucina,al gioco bambini e tempo libero,vogliamo renderci autosufficienti nella maggiorparte delle dipendenze che oggi invece ci opprimono.Il nostro bene principale è il tempo che possiamo dedicare a noi stessi,agli affetti ed alla felicità.

Vogliamo sapere che ogni nostra singola azione, dall’aprire il rubinetto dell’acqua a creare rifiuti,sia orientata al rispetto della natura, come fosse espressione dell’immagine del Divino.Come se in natura trovassimo tutte le leggi della vita e dovessimo semplicemente applicarle.

La canapa in tutto cio’ ha un ruolo fondamentale,perche’ da essa possiamo ricavare buona parte delle risorse di cui necessitiamo.I raccolti che si otterranno dopo appena sei mesi,con poca acqua e senza pesticidi,data la rubustezza di questa pianta,ci permetterebbero teoricamente,di poter attingere a materiale per la costruzione delle case.Vogliamo dedicarci alla produzione di alimenti,tessuti,bioplastiche,mangime per gli animali,energia,carta, e buona parte di cio’ che necessiteremmo per l’autosufficienza.

Un esperimento del genere fu fatto in Italia prima del proibizionismo,a Tresigallo,una citta costruita ex novo,dove l’industria della canapa era il motore dell’economia.Qui si costrui’un villaggio dedicato alla canapa,dove l’idea era proprio questa,cosi’ come a Callosa de Segura,vi era la capitale della canapa tessile in Spagna,e proprio qui vogliamo costruire il nostro primo ecovillaggio Tabarca.

Oggi le tecnologie che abbiamo a disposizione, ci consentono di realizzare i sogni di una società che guardi alla qualità della vita ed al rispetto dell’ambiente.

Ogni volta che tagliamo un albero,inquiniamo l’ambiente in generale,e’ come se ci tagliassimo da soli le dita delle mani,come se avessimo un ostilita’ repressa verso noi stessi o altri e la sfogassimo con la natura,senza renderci conto,che ci auto puniamo,ci auto distruggiamo.

Allo stesso tempo,se rispettiamo l’ambiente ne trarremo un beneficio,ed e’ questo che noi vogliamo ricercare,nell’interesse dell’ambiente e della vita delle generazioni future,dei nostri figli in primis.

Tutti coloro che vorranno partecipare alla costruzione di questa utopia,potranno contattarci.La nostra idea e’ di rivolgerci innanzitutto a tutti coloro che cercano un nuovo stile di vita e vogliono contribuire nel loro piccolo a realizzarlo.Non appena avremo completato la progettazione del villagio Tabarca,daremo la possibilita’ a chi vuole cambiare vita,di “comprare”una delle abitazioni del villaggio, ed una partecipazione all’attivita’ economica, che avvieremo all’interno del villaggio.

Para la contruccion de una utopia

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